Le Fonti Group srl fascicolo bilancio 2023
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Sisma bonus 2024: Come richiedere gli incentivi e a chi affidarsi
> Superbonus
Anche per l’anno in corso ci sono misure incentivanti interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico oltre a misure dedicate alle aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016
Parlare di Sisma-Bonus 2024 è necessario, dato che l’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. Negli ultimi 2500 anni, è stata interessata da più di 30mila eventi sismici di media e forte intensità (superiore al IV-V grado della scala Mercalli), dei quali circa 560 di intensità uguale o superiore all’VIII grado, ricorda il Dipartimento della Protezione Civile. Già solo nell’ultimo secolo, sono diversi gli eventi che hanno colpito duramente diverse zone d’Italia.
Proprio per sostenere gli interventi agli immobili danneggiati dagli eventi sismici verificatisi in Abruzzo, nonché nel Lazio, Marche e Umbria rispettivamente nel 2009 e nel 2016, il Decreto-Legge 39/2024, il cosiddetto “Decreto Stop Superbonus” ha previsto specifiche disposizioni.
Inoltre, a livello nazionale, sono previste misure incentivanti per Interventi per l’adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica. Come specificheremo di seguito, fino al 31 dicembre 2024 è prevista una detrazione “rafforzata”, che varia dal 50% all’85%.
La deroga per gli edifici colpiti dai più recenti terremoti
Una delle novità presenti nel Decreto-Legge 39/2024 è la deroga prevista per Abruzzo e per Lazio, Marche e Umbria: la prima regione è stata colpita dal grave sisma del 2009, le altre da quello del 2016.
Il documento di legge riporta la misura che «trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l’anno 2024», di cui 70 milioni per gli eventi sismici verificatesi a L’Aquila e provincia. Spetterà al Commissario straordinario assicurare il rispetto del limite di spesa. Lo stesso DL specifica che per gli incentivi di sostegno alle spese per gli interventi antisismici agevolabili, dovranno essere trasmesse al “Portale nazionale delle classificazioni sismiche”, gestito dal Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri, alcune informazioni specifiche.
Queste riguardano: gli interventi agevolati, relative ai dati catastali relativi all’immobile oggetto degli interventi; l’ammontare delle spese sostenute nell’anno 2024 alla data di entrata in vigore del presente decreto; il totale delle spese che prevedibilmente saranno sostenute dopo la data di entrata in vigore del presente decreto negli anni 2024 e 2025; le percentuali delle detrazioni spettanti in relazione alle spese già sostenute nell’anno in corso o che si prevede si dovranno sostenere, quest’anno o il prossimo.
Sisma bonus 2024: quali interventi sono incentivati
È bene specificare che gli interventi incentivabili col Sisma-Bonus 2024 sono quelli che prevedono l’adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica. Come riporta lo studio del Consiglio Nazionale del Notariato, intitolato Immobili e Bonus Fiscali 2024,
«tali opere devono essere realizzate sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici. Se riguardano i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari.»
Lo stesso studio ricorda che, alla luce di quanto disposto dall’Agenzia delle Entrate, ai fini dell’agevolazione, gli interventi in questione non devono interessare necessariamente un intero aggregato edilizio. Possono essere ammessi alle detrazioni anche gli “interventi di riparazione o locali” che, se ben realizzati, consentono la riduzione del rischio sismico degli immobili.
Per le spese documentate fino al 31 dicembre 2024 si potrà contare su una misura temporanea di detrazione per lo più del 50% delle spese sostenute su un importo massimo di 96mila euro. Specifica che dal 1° gennaio 2025 si torna alla misura del 36% su un importo massimo di 48mila euro.
Il limite di spesa riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate, anche se accatastate separatamente.
Detrazione rafforzata
Nello stesso documento del Consiglio Nazionale del Notariato è specificata una “detrazione forzata”, che riguarda le spese sostenute sino al 31 dicembre 2024 per gli interventi di adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, per i quali si verifichino determinate condizioni.
Per rientrare in questo regime incentivante, gli interventi attivati devono ricadere dopo il 1° gennaio 2017. Gli interventi sono riferiti a costruzioni adibite a abitazione ed a attività produttive su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zona 1 e – dal 1° maggio 2019 – anche le zone 2 e 3).
Nell’agevolazione, vengono comprese le spese per la redazione della documentazione obbligatoria idonea a comprovare la sicurezza statica del patrimonio edilizio e quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica degli immobili.
Sono diverse le modalità di applicazione delle agevolazioni temporanee rafforzate. Per le spese sostenute sino al 31 dicembre 2024, relative a interventi su edifici ubicati in zona sismica 1-2-3 attivati dopo il 1° gennaio 2017 si può contare su una detrazione del 50%, fino a un ammontare massimo di 96mila euro per unità immobiliare.
Per le stesse spese, «qualora dall’intervento eseguito deriva una riduzione del rischio tale da determinare il passaggio ad una classe di rischio inferiore», la detrazione arriva al 70% della spesa sostenuta, salendo all’80% per le unità che scalano di due classi di rischio.
Qualora dette spese riguardino interventi realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali, la detrazione, si applica nella misura del 75% – in caso passaggio ad una classe di rischio inferiore – o dell’85% in caso di passaggio a due classi di rischio inferiori.
Se poi si combinano interventi per ridurre il rischio sismico a quelli per la riqualificazione energetica su parti comuni di edifici condominiali ricadenti nelle già citate zone sismiche, spetta una detrazione pari all’80%, se gli interventi determinano il passaggio a una classe di rischio sismico inferiore, che salgono all’85%, se gli interventi determinano il passaggio a due classi di rischio sismico inferiore. La guida evidenzia che tali detrazioni si applicano su un ammontare di spesa non superiore a 136mila euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio.
L’importanza di affidarsi a professionisti esperti
Le opportunità di accedere alle misure incentivanti del Sisma Bonus 2024 ci sono. È sempre consigliabile, data la complessità degli aspetti da considerare, rivolgersi a professionisti capaci di fornire credenziali certe in termini di competenza e di esperienza e che possano prestare assistenza nel percorso necessario per beneficiare delle misure incentivanti.
Le Fonti Group risponde a questi requisiti ed è in grado di accompagnare nel complesso mondo delle agevolazioni fiscali non solo per gli interventi legati alla sicurezza sismica, ma anche per le ristrutturazioni edilizie e per le misure incentivanti previste per chi decide di dotarsi di impianti a fonti energetiche rinnovabili.
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Agosto 15, 2024
Come Progettare edifici a Impatto Zero
Marzo 21, 2024
Amministrare condomini in modo efficiente: Modelli, Tecnologie e Soluzioni
> Superbonus
Nell’era dell’evoluzione tecnologica e della crescente consapevolezza ambientale, la gestione dei condomini si trova ad affrontare sfide sempre più complesse. Il panorama immobiliare attuale richiede non solo una gestione efficiente e accurata degli spazi abitativi, ma anche un’impronta sostenibile dell’ambiente e un uso più efficiente e razionale delle risorse. In questo contesto, emerge un nuovo paradigma: l’amministrazione intelligente, basata su modelli, tecnologie e soluzioni innovative.
Le esigenze normative e la Direttiva Case Green
La Direttiva Case Green è un imperativo per il settore immobiliare, impegnato nella transizione verso una società a basse emissioni di CO2. L’adozione di pratiche e tecnologie eco-sostenibili è essenziale per conformarsi a queste normative e per contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici. In questo contesto, è necessario affidarsi a realtà in grado di offrire soluzioni chiavi in mano per la riqualificazione edilizia e il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050.
Efficienza e sostenibilità: pilastri dell’amministrazione condominiale
L’efficienza energetica è un altro elemento fondamentale nell’amministrazione dei condomini. Investire in tecnologie e infrastrutture che riducano il consumo di energia e le emissioni di gas serra non solo riduce i costi a lungo termine, ma contribuisce anche a preservare l’ambiente. Le soluzioni di building automation rappresentano un approccio innovativo per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare il comfort abitativo.
Grazie a sistemi intelligenti di gestione energetica, è possibile monitorare e controllare in modo efficiente l’illuminazione, il riscaldamento, la climatizzazione e altri servizi, riducendo gli sprechi e migliorando la qualità della vita dei condomini.
Il ruolo cruciale dell’amministrazione intelligente
L’amministrazione intelligente è il fulcro di una gestione condominiale moderna ed efficiente. Grazie all’adozione di strumenti digitali e piattaforme collaborative, gli amministratori possono semplificare le operazioni quotidiane, migliorare la comunicazione con i condomini e ottimizzare la manutenzione degli edifici. Soluzioni software avanzate consentono la gestione automatizzata delle pratiche amministrative, la tracciabilità delle spese e la creazione di report dettagliati.
Questo non solo aumenta l’efficienza del processo decisionale, ma favorisce anche una maggiore trasparenza e partecipazione da parte dei condomini.
L’approccio integrato di Le Fonti per una gestione completa
Le Fonti si distingue per il suo approccio integrato in grado di offrire un valido supporto alla gestione condominiale. Grazie alla sua vasta esperienza nel settore e alla sua rete di partner specializzati, piò offrire un supporto completo per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e sostenibile. Inoltre, attraverso l’implementazione di sistemi di building automation e la promozione di pratiche di gestione intelligente, Le Fonti fornisce soluzioni su misura per le esigenze specifiche di ogni condominio, contribuendo a creare ambienti abitativi più efficienti, confortevoli e sostenibili.
In conclusione, l’amministrazione efficiente dei condomini richiede un approccio integrato che tenga conto delle esigenze normative, dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale. Grazie a modelli, tecnologie e soluzioni innovative, è possibile migliorare la qualità della vita nei condomini, riducendo i costi e l’impatto ambientale. Aziende come Le Fonti giocano un ruolo chiave in questo processo, offrendo expertise e supporto per una gestione che possiamo definire all’avanguardia.
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Agosto 15, 2024
Come Progettare edifici a Impatto Zero
Marzo 21, 2024
Monitorare i consumi in condominio con efficienza e rispetto della privacy
> Superbonus
La gestione mirata dei consumi, attraverso soluzioni e sistemi tecnologici, è una esigenza sempre più forte nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi UE, specie nel caso dell’edilizia residenziale. Ecco su cosa si può contare e gli aspetti cui prestare attenzione, a proposito di tutela della privacy
Monitorare i consumi in edilizia residenziale, in particolare nei condomini, è una priorità se si intende conoscere e ridurre il fabbisogno energetico e le emissioni. L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ricorda che le attività degli edifici costituiscono il 30% del consumo globale di energia finale e il 26% delle emissioni globali legate all’energia.
Cambiare questa situazione richiede un impegno forte e diffuso, se si considera che il 75 % degli edifici UE è tuttora inefficiente sul piano energetico.
La digitalizzazione offre un aiuto, attraverso soluzioni mirate per il monitoraggio dei consumi, delle emissioni e per elevare l’efficienza e il comfort. Tuttavia, serve prestare massima attenzione alla privacy. Gli stessi europei sono ben consapevoli del rischio: da un sondaggio condotto da Eurobarometro emerge che il 46% dei cittadini è preoccupato per il potenziale uso improprio dei propri dati personali da parte delle aziende.
Riuscire a conciliare riduzione dei consumi e legittima tutela della privacy assume, quindi, una finalità prioritaria.
L’importanza di monitorare i consumi e le soluzioni dedicate
Monitorare i consumi energetici è un prerequisito prezioso per contare su edifici efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili. A questo fine vengono in aiuto i sistemi dedicati come gli smart meter. L’Italia, in questo senso, è il Paese più avanzato al mondo. Secondo una ricerca condotta da Juniper Research, entro il 2027, il nostro Paese avrà il tasso di penetrazione più alto a livello mondiale (99,6%) di contatori intelligenti nelle famiglie.
Ci sono poi le soluzioni di monitoraggio che rientrano in ambito smart home. È un settore che sta crescendo, come ha messo in luce l’analisi del mercato specifico dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Il mercato della “casa intelligente” vede una forte attenzione dei consumatori finali, sempre più attenti alla tematica, sia per i costi associati ai consumi sia per la crescente attenzione alla sostenibilità. Come annotano gli analisti dell’Osservatorio:
“il 17% degli utenti associa il concetto di smart home alla gestione dei propri consumi (+5% rispetto al 2022). Il 24% degli utenti individua come servizio di maggiore interesse per il futuro proprio l’analisi in tempo reale dei consumi energetici.”
Il passo avanti in termini di tecnologia per una casa intelligente ed efficiente è la domotica, che annovera anche sistemi per il monitoraggio dei consumi, all’interno di un insieme di soluzioni integrate per la gestione smart della casa.
Ci sono poi le soluzioni ICT più evolute come i BEMS (Building energy management system), che monitorano e controllano le apparecchiature elettriche e meccaniche di un edificio.
Cosa prevede l’EPBD: smart readiness indicator per l’edificio
Nel testo della nuova Energy Performance Building Directive (altrimenti detta “Direttiva Case Green” ) sono fissati obiettivi sfidanti per ridurre i consumi: gli Stati membri dovranno ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22 % entro il 2035.
La stessa EPBD non manca di illustrare il concetto di sistemi per monitorare i consumi. Come si legge nel testo, gli Stati membri devono stabilire requisiti affinché, dove fattibile a livello economico, nel 2025 gli edifici residenziali nuovi e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti siano attrezzati con una funzionalità di monitoraggio elettronico continuo, che misura l’efficienza dei sistemi e informa i proprietari o gli amministratori in caso di variazione significativa e qualora occorra procedere alla manutenzione dei sistemi. Nell’EPBD emerge il concetto di Smart Readiness Indicator, l’indicatore di predisposizione degli edifici all’intelligenza, che dovrebbe misurare la capacità degli edifici di usare le tecnologie ICT e i sistemi elettronici per adeguarne il funzionamento alle esigenze degli occupanti e alla rete e migliorare l’efficienza energetica e la prestazione complessiva degli edifici. Tale indicatore, come si legge nel testo della direttiva, avrà anche il compito di sensibilizzare i proprietari e gli occupanti sul valore dell’automazione degli edifici e del monitoraggio elettronico dei sistemi tecnici per l’edilizia e dovrebbe rassicurare gli occupanti circa i risparmi reali di tali nuove funzionalità potenziate.
Digitalizzazione e sicurezza: l’importanza di sapersi affidare ai professionisti
Come illustrato, le soluzioni per monitorare i consumi non mancano certo.
Tuttavia, va sempre considerata la tutela della privacy e della sicurezza dei dati, una priorità che deve essere sempre ben presente.
I rischi di cybersecurity crescono. Pensiamo ai dispositivi IoT: man mano che essi diventano più economici, piccoli e distribuiti in modo più capillare, possono rivelare più informazioni rispetto a quanto previsto e minacciare la privacy degli utenti. Una ricerca pubblicata su Nature, a questo proposito, spiega che i sensori IEQ (Indoor Environmental Quality) installati per il risparmio energetico e il monitoraggio della salute interna sono elementi che possono essere impiegati per carpire informazioni sensibili sugli occupanti di un’abitazione.
È bene avvalersi di sistemi capaci di offrire il giusto grado di sicurezza, ma anche di affidarsi a professionisti che possano consigliare e affiancarsi – specie nel caso di nuove costruzioni o di ristrutturazioni importanti – in veste di general contractor.
Un esempio, a tale riguardo, lo offre Le Fonti Group, Società Benefit in grado di proporsi per svolgere diversi servizi mirati anche su questo fronte. Come ricorda il Presidente, Riccardo Tassi, «attraverso le società del gruppo si sviluppa un numero sempre più ampio di applicazioni intelligenti che permettono di gestire gli edifici in maniera automatizzata. Complice l’attuale situazione macroeconomica, verrà posta una maggiore attenzione all’utilizzo di dispositivi smart dedicati in particolare al monitoraggio dei consumi di ogni singolo punto di accesso. Particolarmente attenzione viene riservata al monitoraggio strutturale degli edifici attraverso la gestione, elaborazione e visualizzazione in tempo reale dei dati di monitoraggio registrati da una molteplicità di sensori».
In particolare, la soluzione MuReQua Storage Component realizzata grazie all’esperienza e alle intuizioni del prof. Iovane e proposta da Le Fonti Group, è una rivoluzionaria soluzione di archiviazione dati progettata per garantire la massima sicurezza e privacy.
Ogni file dati caricato in questa piattaforma viene frammentato e crittografato con una chiave di sicurezza unica per ogni frammento, garantendo un quadruplo livello di protezione per i dati sensibili. Si tratta di un approccio innovativo in grado di trasformare i file in una sequenza complessa di dati crittografati, rendendo virtualmente impossibile la decrittografia da parte di terze parti non autorizzate.
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Agosto 15, 2024
Smart Readiness Indicator: cos’è e a cosa serve
Maggio 24, 2024
Come Progettare edifici a Impatto Zero
Marzo 21, 2024
Come Progettare edifici a Impatto Zero
> Superbonus
Tecniche e soluzioni per avere edifici efficienti e a basse emissioni
La crescente spinta verso la decarbonizzazione e l’efficientamento energetico degli edifici sta portando all’adozione di pratiche più sostenibili nel settore delle costruzioni.
In questo contesto, la Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) anche chiamata Direttiva case green impone nuovi requisiti nella costruzione e nella riqualificazione degli edifici, ponendo l’attenzione su soluzioni a Impatto Zero.
Questa normativa è volta a migliorare le prestazioni energetiche e ridurre le emissioni di gas serra promuovendo edifici a basso consumo energetico e a impatto ambientale ridotto e stabilendo standard più elevati per l’efficienza energetica, la qualità dell’aria interna e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile.
Obiettivo della normativa è fare sì che, entro il 2030, tutti gli edifici di nuova costruzione siano a emissioni zero e che, entro il 2050, lo siano tutti gli edifici esistenti.
Il 75% degli edifici europei è inefficiente
L’obiettivo stabilito dalla normativa europea è sicuramente molto ambizioso.
Ed è ancora più evidente se prendiamo i dati pubblicati dalla stessa UE: il 75% degli edifici esistenti è inefficiente dal punto di vista energetico e richiede interventi massicci di riqualificazione per poter raggiungere la neutralità climatica richiesta.
Quali Tecnologie e Soluzioni a supporto
Per progettare edifici a impatto Zero, è fondamentale utilizzare tecniche, tecnologie e processi a basso impatto ambientale. Tra le soluzioni più efficaci ci sono l’isolamento termico avanzato, l’utilizzo di materiali da costruzione ecocompatibili e la progettazione orientata al sole e al vento per massimizzare l’efficienza energetica passiva. Inoltre, l’installazione di sistemi fotovoltaici, solare termico e geotermici può ridurre ulteriormente l’impatto ambientale degli edifici e contribuire alla produzione di energia pulita.
Un altro aspetto cruciale è la valutazione del ciclo di vita degli edifici, che tiene conto dell’impatto ambientale di un edificio dall’estrazione delle materie prime alla demolizione. Un approccio che consente di identificare e ridurre le emissioni durante l’intero lifecycle dell’edificio, garantendo una maggiore sostenibilità complessiva.
Ecco alcuni interventi fondamentali per progettare un edificio a impatto zero:
- Efficientamento energetico e isolamento termico
Una delle prime strategie da adottare è quella di migliorare l’efficienza energetica dell’edificio. Un aspetto che può essere ottenuto attraverso un migliore termico delle pareti e del tetto, nonché la scelta di elettrodomestici a basso consumo.
- Building Automation e LED
L’utilizzo di lampade a LED e di sensori di movimento per la gestione dell’illuminazione può ridurre consumi e, di conseguenza, le emissioni di CO2. Così come pure sistemi domotici volti a contenre gli sprechi e i consumi energetici.
In sintesi, anche la building automation può contribuire a ottenere maggiore efficienza.
- Monitoraggio energetico
Oltre ai cambiamenti strutturali, un aspetto importante è legato al monitoraggio dei consumi.
Grazie ai dettagli sui consumi, è possibile identificare eventuali inefficienze e sprechi e implementare interventi mirati per ridurli.
- Rinnovabili ed energia pulita
Un’altra strategia efficace per ridurre il l’impronta carbonica degli edifici è quella di utilizzare fonti di energia rinnovabile. L’installazione di impianti fotovoltaici e il ricorso alle biomasse per il riscaldamento può fornire energia pulita e sostenibile all’edificio, riducendo così la dipendenza dalle fonti di energia tradizionali.
- Impianti efficienti
Una maggiore sostenibilità ambientale dei building può essere ottenuta attraverso la sostituzione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento inefficienti con altri sistemi a basso impatto ambientale. Ad esempio, l’utilizzo di pompe di calore o di sistemi di riscaldamento radiante a bassa temperatura offre una valida alternativa rispetto ai sistemi tradizionali.
A chi rivolgersi
Per affrontare con successo la sfida della progettazione di edifici a basso impatto ambientale, è consigliabile coinvolgere un consulente esperto in progetti sostenibili. Una realtà che, in sintesi, sia in grado di:
– offrire competenze specializzate nella selezione dei materiali, nella progettazione energetica e nella gestione del ciclo di vita degli edifici;
– seguire tutto l’intervento di progettazione e realizzazione dell’edificio;
– accedere ai bonus edilizi esistenti in ambito di efficientamento energetico (e non solo);
– garantire risultati ottimali in termini di efficienza e sostenibilità ambientale.
Le Fonti, general contractor di esperienza, con una forte solidità e una grande capacità nella gestione dei bonus edilizi, rappresenta un punto di riferimento per chiunque (privati, condomini, enti pubblici) voglia avviare un’operazione di ristrutturazione o nuova progettazione in chiave green e di efficienza energetica.
La società opera come General Contractor, ma con un approccio molto innovativo e una serie di metodi certificati da Ernst & Young (sia per quanto concerne le procedure fiscali sia sul fronte immobiliare e impiantistico) che lo distinguono sul mercato immobiliare.
I suoi servizi innovativi spaziano da tecnologie e dispositivi di building automation a soluzioni per la gestione dei rifiuti e il monitoraggio dei consumi fino a sistemi complessi per l’attivazione di servizi di telemedicina.
Rigenerazione urbana: cosa è previsto
La riqualificazione degli edifici pubblici e del patrimonio della PA conta su importanti stanziamenti finalizzati a sostenere l’attuazione di progetti di rigenerazione urbana per la riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale.
La stessa Camera dei Deputati ha ricordato – lo scorso 18 gennaio – una dotazione complessiva per il biennio 2025-2026 pari a 235 milioni di euro quale fondo per investimenti di rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15mila abitanti. Lo stanziamento rientra nello stato di previsione del ministero dell’Interno.
Per quanto riguarda i contributi ai Comuni per interventi sul territorio, la stessa Camera ricorda che le risorse assegnate dal Ministero dell’interno ai comuni, per il 2024 e 2025, a favore di investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio “sono finalizzate allo scorrimento della graduatoria delle opere ammissibili per l’anno 2023”. La condizione obbligatoria per i Comuni beneficiari delle risorse per le annualità 2023, 2024 e 2025 è concludere i lavori entro il 31 marzo 2026.
Si specifica, inoltre, che quanto disposto è volto a garantire il rispetto dei target associati alla Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – Componente 4 – Tutela del territorio e della risorsa idrica – Investimento 2.2 – Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Ricorda che:
“per la progettazione definitiva ed esecutiva relativa a interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio degli enti locali, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade, è stato adottato il decreto del Ministero dell’interno del 28 ottobre 2022 con il quale è stata disposta l’assegnazione (Allegato I del D.M. 28 ottobre 2022) di ulteriori risorse finanziarie, previste per il 2023, pari a complessivi 350 milioni di euro, finalizzate allo scorrimento della graduatoria dei progetti ammissibili per l’anno 2022”.
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Agosto 15, 2024
Come Progettare edifici a Impatto Zero
Marzo 21, 2024
PA: i finanziamenti esistenti per la riqualificazione degli edifici pubblici
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Sulla riqualificazione degli edifici pubblici e la rigenerazione del patrimonio esistente della PA ci sono misure e stanziamenti importanti. Ecco alcune delle indicazioni
La necessità di riqualificazione degli edifici pubblici è al centro di varie linee di intervento e di finanziamento che interessa la PA. D’altronde, il patrimonio è ampio e necessita di manutenzione: come ricorda la Camera dei Deputati, secondo quanto emerge dal Rapporto sugli immobili pubblici pubblicato dal MEF (anno 2018), le amministrazioni locali detengono la maggior parte del patrimonio immobiliare censito, circa 806 mila fabbricati e un milione e 400 mila terreni.
Per renderlo quanto più funzionale, sicuro e adatto a rispondere alle esigenze attuali sono previste diverse misure di sostegno.
Conto termico, bonus barriere architettoniche, mitigazione vulnerabilità sismica
Tra gli strumenti consolidati per la riqualificazione degli edifici pubblici, il Conto Termico è uno dei più significativi. Tale strumento incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni. Come spiega il GSE, i beneficiari sono principalmente le Pubbliche Amministrazioni, ma anche imprese e privati, che potranno accedere a fondi per 900 milioni di euro annui, di cui 400 destinati alle PA.
“Grazie al Conto Termico è possibile riqualificare i propri edifici per migliorarne le prestazioni energetiche, riducendo in tal modo i costi dei consumi e recuperando in tempi brevi parte della spesa sostenuta. Recentemente, il Conto Termico è stato rinnovato rispetto a quello introdotto dal D.M. 28/12/2012”.
Per l’anno in corso è tuttora attivo il bonus barriere architettoniche. Si tratta di una misura incentivante che prevede la detrazione del 75% sulle spese sostenute da enti pubblici e privati (oltre che da cittadini e imprese) per eliminare ostacoli alla mobilità. La misura è stata prorogata dalla Legge di Bilancio 2024 fino al 2025.
Sempre nella Legge di Bilancio è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, un Fondo per il finanziamento di un programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, con una dotazione pari a 45 milioni di euro per l’anno 2024 e a 60 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2028.
Riqualificazione degli edifici pubblici: novità per scuole e università
A proposito di scuole e università, nel nuovo PNRR sono stanziati 921 milioni di euro aggiuntivi per interventi di sicurezza per edifici scolastici, che intendono finanziare misure per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e la realizzazione di nuove strutture educative.
Per quanto riguarda, invece, il mondo degli atenei e dell’edilizia, c’è un Fondo a sostegno dell’edilizia universitaria per finanziare interventi di costruzione, ristrutturazione e miglioramento degli edifici alloggi e residenze per studenti universitari, segnala il Ministero dell’Università e della ricerca. Il finanziamento sarà crescente e prevede 10 milioni di euro per il 2024, 20 per il 2025, 50 per il 2026 e 70 milioni per gli anni a seguire destinati all’edilizia universitaria in generale, per un totale di 150 milioni di euro.
Rigenerazione urbana: cosa è previsto
La riqualificazione degli edifici pubblici e del patrimonio della PA conta su importanti stanziamenti finalizzati a sostenere l’attuazione di progetti di rigenerazione urbana per la riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale.
La stessa Camera dei Deputati ha ricordato – lo scorso 18 gennaio – una dotazione complessiva per il biennio 2025-2026 pari a 235 milioni di euro quale fondo per investimenti di rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15mila abitanti. Lo stanziamento rientra nello stato di previsione del ministero dell’Interno.
Per quanto riguarda i contributi ai Comuni per interventi sul territorio, la stessa Camera ricorda che le risorse assegnate dal Ministero dell’interno ai comuni, per il 2024 e 2025, a favore di investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio “sono finalizzate allo scorrimento della graduatoria delle opere ammissibili per l’anno 2023”. La condizione obbligatoria per i Comuni beneficiari delle risorse per le annualità 2023, 2024 e 2025 è concludere i lavori entro il 31 marzo 2026.
Si specifica, inoltre, che quanto disposto è volto a garantire il rispetto dei target associati alla Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – Componente 4 – Tutela del territorio e della risorsa idrica – Investimento 2.2 – Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Ricorda che:
“per la progettazione definitiva ed esecutiva relativa a interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio degli enti locali, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade, è stato adottato il decreto del Ministero dell’interno del 28 ottobre 2022 con il quale è stata disposta l’assegnazione (Allegato I del D.M. 28 ottobre 2022) di ulteriori risorse finanziarie, previste per il 2023, pari a complessivi 350 milioni di euro, finalizzate allo scorrimento della graduatoria dei progetti ammissibili per l’anno 2022”.
Ora si attende la nuova direttiva EPBD
Per la riqualificazione degli edifici pubblici, si devono attendere i riflessi che avrà la nuova EPBD (Energy Performance Building Directive), altrimenti citata come Direttiva Case Green
Il Parlamento e il Consiglio UE hanno raggiunto un accordo provvisorio il 7 dicembre 2023, che ora deve essere adottato formalmente.
La nuova EPBD intende accelerare i tassi di ristrutturazione degli edifici, ridurre le emissioni di gas serra e il consumo energetico. e promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili negli edifici.
Si afferma che i nuovi edifici occupati o di proprietà del settore pubblico dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri saranno tenuti a ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali (compresi gli edifici pubblici) con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% con le peggiori prestazioni entro il 2033 sulla base di requisiti minimi di prestazione energetica.
Edifici pubblici: dalla riqualificazione al modello smart building
Per arrivare preparati al contesto indicato dall’Unione Europea sarà necessario contare non solo sui finanziamenti, ma anche su professionisti in grado di rispondere alle esigenze e rendere possibile trasformare edifici esistenti in smart building. È un obiettivo possibile per chi, come Le Fonti Group, lavora alla decarbonizzazione degli edifici e alla loro digitalizzazione.
Il gruppo italiano si presenta anche in veste di general contractor, proponendo un approccio che unisce la volontà di trasparenza, autorevolezza, solidità e servizi innovativi a valore aggiunto.
“Vediamo una grande opportunità anche nella direttiva delle case green”, ha affermato a LUMI4Innovation il presidente Riccardo Tassi, illustrando il metodo messo a punto dallo stesso Gruppo, che passa anche dalla valorizzazione e tutela del dato. Proprio la tutela e l’archiviazione dei dati sono al centro di una recente collaborazione tra Le Fonti Group e il CTT – Centro di Trasferimento Tecnologico ART. Oltre alla collaborazione con il CTT sulla tutela dei dati, è attiva una partnership con Hexagon sul fronte delle nuove tecnologie AI e IoT applicate alla smart city, di cui gli edifici “intelligenti”, privati e pubblici, saranno parte integrante.
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Case “green”: verso la neutralità climatica entro il 2050
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La Direttiva europea Case Green punta a trasformare il modo di costruire e ristrutturare gli edifici in chiave green e carbon neutral. Ecco cosa prevede
Secondo i dati dell’Unione Europea, gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici totali ed emettono il 36% della CO2 collegata al settore energia. Eppure, sempre secondo la stessa fonte, solo l’1% degli immobili è stato sottoposto a lavori di ristrutturazione in ottica di energy efficiency, troppo poco per poter raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati al 2030 e al 2050.
Ora le cose stanno cambiando, anche grazie alla forte spinta impressa dall’UE che ha dato vita a una serie di programmi e di strategie – i principali sono il Green New Deal e la Renovation Wave – con l’obiettivo di accelerare la transizione energetica dei building (pubblici e privati).
In questo quadro rientra la Direttiva Case Green che punta a trasformare radicalmente il modo di costruire e ristrutturare gli edifici. Vediamo come.
Direttiva Case Green: i punti chiave
Dopo mesi di discussioni e confronti, il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo hanno raggiunto – lo scorso dicembre – un accordo sulla revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, la Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) anche chiamata Direttiva case green.
Questa normativa stabilisce una serie di requisiti per gli edifici nuovi e ristrutturati all’interno dell’Europa, mirando a migliorare le prestazioni energetiche e ridurre le emissioni di gas serra. L’obiettivo è che entro il 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione siano a emissioni zero e che entro il 2050 l’intero parco immobiliare esistente sia “zero emission”.
Gli Stati membri dovranno ristrutturare una percentuale di edifici non residenziali con prestazioni energetiche peggiori entro il 2030 e aumentarla entro il 2033. Inoltre, i nuovi edifici dovranno essere predisposti per l’installazione di impianti solari e la produzione di energia solare diventerà obbligatoria per i nuovi edifici. La direttiva prevede anche una tabella di marcia per eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040.
Ecco, in sintesi, i punti principali previsti dalla Direttiva Case Green:
– gli Stati membri dovranno ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22 % entro il 2035. Questa riduzione dovrà essere realizzata per più della metà attraverso la ristrutturazione di edifici con le prestazioni energetiche meno performanti. (Scopri di più)
– Per gli immobili non residenziali, gli Stati membri dovranno ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
– Alcuni immobili, come monumenti, edifici storici, chiese, edifici temporanei e abitazioni di piccole dimensioni, potrebbero essere esclusi dagli interventi di ristrutturazione.
– La classificazione energetica degli edifici sarà basata su obiettivi medi definiti a livello nazionale
– La direttiva impone scadenze per eliminare le caldaie a combustibili fossili e l’installazione obbligatoria di
pannelli fotovoltaici per nuovi edifici di dimensioni considerevoli entro il 2030.
- Dal 2028, tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a zero emissioni e dal 2030 dovranno rispettare questo requisito tutte le nuove costruzioni, residenziali e non.
- Al momento non sono specificate sanzioni per chi non si adegua alla direttiva, ma potrebbero essere previste multe da parte dei singoli Paesi.
Quali incentivi per gli zero emission building
Insieme a obblighi e regolamenti, sono previsti una serie di finanziamenti e incentivi per spingere verso edifici a impatto zero. E in questo scenario il ruolo di operatori dell’efficienza energetica e General Contractor evoluti diventa cruciale in quanto questi soggetti possono fare da facilitatori e acceleratori.
In particolare, se contiamo che il 74% delle abitazioni in Italia rientra attualmente in classi energetiche inferiori a quelle richieste dalla nuova Direttiva europea, risulta evidente come le opere di ristrutturazione necessitino di aumentare e accelerare il passo.
Il bonus 110 ha saputo dare sicuramente una spinta al settore ma non sempre nel modo più corretto. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Ecco perché è fondamentale affidarsi a partner qualificati ed esperti, che possano affiancare ogni soggetto nel percorso di ristrutturazione, dall’analisi di bonus fiscali e finanziamenti alla progettazione fino alla messa in opera e all’assistenza.
Un’azienda come Le Fonti Group, grazie alla sua esperienza, alla capacità di gestire gli incentivi, alla sua solidità rappresenta un punto di riferimento per chiunque (privati, condomini, enti pubblici) voglia avviare un’operazione di ristrutturazione in chiave green e di efficienza energetica.
La società opera come General Contractor nell’ambito dei bonus edilizi e della riqualificazione degli immobili. Oltre ad aver adottato metodi certificati da Ernst & Young per qualificare le procedure fiscali e il controllo sul fronte immobiliare e impiantistico, Le Fonti Group può offrire servizi innovativi che vanno dall’implementazione di soluzioni smart per il controllo dei consumi e la videosorveglianza fino a soluzioni più complesse per la creazione di comunità energetiche e gestione avanzata dei rifiuti.
Note informative
- Direttiva EPBD
La Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) è stata introdotta per la prima volta nel 2002 e successivamente rivista nel 2010 e nel 2018. L’ultima revisione è di marzo 2023 con il nome di “Direttiva Case green”.
L’obiettivo principale della direttiva EPBD è sempre stato quello di promuovere il raggiungimento di edifici a energia quasi zero (Nearly Zero-Energy Buildings o NZEB) e promuovere l’uso di energie rinnovabili negli edifici e l’installazione di smart meter per la misurazione e la gestione dei consumi.
- Renovation Wave
Renovation Wave è il nome dato alla strategia europea volta a promuovere l’efficientamento energetico e il rinnovamento degli edifici.
Approvata il 14 ottobre punta a trasformare gli edifici in green building, efficienti e a basso impatto ambientale.
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