APE: come si misura l’efficienza energetica di una casa
L’Attestato di Prestazione Energetica è uno strumento fondamentale per richiedere bonus e incentivi per la riqualificazione edilizia. Ecco perché
La Certificazione energetica degli edifici è un indicatore fondamentale per analizzare lo stato attuale del settore edilizio, responsabile di circa il 40% delle emissioni globali di CO2.
A tal proposito, riveste un ruolo importante l’APE (Attestato di Prestazione Energetica), conosciuto più semplicemente anche come certificazione energetica, ovvero un documento tecnico nel quale è indicata la prestazione energetica di un edificio o di una singola unità immobiliare.
Sostanzialmente, l’APE restituisce la valutazione energetica dell’immobile, evidenziando, in relazione al suo utilizzo, i consumi di energia e la quantità di CO2 emessa. Sulla base di questi dati, l’APE assegna all’immobile una classe energetica che può andare dalla G, per gli edifici meno efficienti, alla A4 per i più performanti.
Sul piano legislativo europeo e nazionale, c’è una chiara tendenza a intervenire sugli immobili a bassa efficienza, in modo da migliorarne, anche attraverso incentivi e bonus, la classe energetica e ridurne i consumi.
Ecco, quindi, che diventa fondamentale essere in possesso dell’Attestato di Prestazione Energetica per poter valutare i consumi energetici – e conseguentemente i costi – e il confort abitativo dell’immobile. L’APE è, inoltre, obbligatorio per legge in caso di vendita o di locazione dello stesso.
Inoltre, a partire dal 2026, l’APE servirà a confermare l’adesione ai nuovi requisiti: gli edifici di gestione, utilizzo o proprietà pubblica di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero.
I nuovi edifici privati dovranno rispettare gli stessi requisiti a partire dal 2028.
Classificazione energetica: la situazione edilizia in Italia
Dal Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici, redatto da ENEA congiuntamente con il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) sulla base dei dati 2022, emerge un quadro tutto sommato positivo relativamente allo stato degli immobili italiani e all’andamento delle ristrutturazioni.
Rispetto alle rilevazioni dell’anno precedente, i dati evidenziano una diminuzione del 3,7% degli immobili classificati nelle categorie energetiche inferiori, F e G, accompagnata da un aumento corrispondente nelle categorie A4 e B, le più virtuose. Tuttavia, la sfida rimane considerevole, con circa il 55% degli immobili ancora posizionati nelle classi energetiche più basse. La percentuale di Attestati di Prestazione Energetica (APE) riconducibili alle categorie energetiche migliori (A4-B) si attesta, invece, a circa il 14%.
Ulteriori osservazioni rivelano che la Lombardia è la Regione con la maggiore quantità di attestati emessi (20,5%), seguita da Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%). Gli immobili certificati sono spesso associati a transazioni immobiliari e locazioni, sebbene tale correlazione, seppur prevalente all’80%, presenti un leggero decremento. Le riqualificazioni energetiche (5,7% degli APE) e le ristrutturazioni importanti (4,1% degli APE) mostrano una crescita dell’1,5%, sottolineando un incremento di interventi mirati all’efficientamento energetico.
Efficientamento energetico degli edifici: cosa prevede la normativa europea
I numeri raccolti nel rapporto di ENEA e CTI sono destinati a crescere.
Nonostante siano ancora in corso discussioni e trattative tra gli Stati membri, il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva sul rendimento energetico (EPBD), anche detta Direttiva case green, al fine di ridurre i consumi energetici degli edifici e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
In particolare, la direttiva sancisce che:
- dal 2026, gli edifici di gestione, utilizzo o proprietà pubblica di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero. I nuovi edifici privati dovranno rispettare gli stessi requisiti a partire dal 2028
- entro il 2028, tutti gli edifici di nuova costruzione, ove fattibile dal punto di vista economico e tecnologico, devono adottare tecnologie solari. Per gli edifici residenziali soggetti a ristrutturazioni significative, la scadenza è prorogata al 2032.
- entro il 2030 gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E (entro il 2027 per quelli pubblici), ed entro il 2033, la classe D (entro il 2030 per quelli pubblici).
- dal 2035, sarà vietato l’utilizzo di sistemi di riscaldamento a combustibili fossili per edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazioni profonde.
Sono già previste delle deroghe per specifiche categorie di edifici residenziali, che prendono in considerazione fattori quali fattibilità economica, tecnica e disponibilità di manodopera qualificata.
Certificazione energetica: primo requisito per ristrutturare e ottenere i bonus edilizi
Come anticipato, l’APE è obbligatorio nel caso di vendita o locazione di un immobile. Non solo: l’Attestato di Prestazione Energetica è obbligatorio anche in caso di lavori di ristrutturazione importante finalizzati all’efficientamento energetico, ovvero interventi eseguiti sull’involucro esterno dell’immobile, quindi pareti perimetrali, tetto e infissi, che coinvolgano una superficie superiore al 25% del totale.
Bonus edilizi: quando serve l’APE
È obbligatorio essere in possesso della certificazione energetica anche nei casi in cui si intenda far richiesta di bonus edilizi per avviare la ristrutturazione di un immobile. Nello specifico, l’Attestato di Prestazione Energetica è obbligatorio per poter usufruire dell’Ecobonus.
L’Ecobonus è un incentivo che consente di ottenere una detrazione fiscale in corrispondenza dell’esecuzione di alcuni interventi di ristrutturazione, finalizzati all’efficientamento energetico, sulla propria abitazione.
A seconda della tipologia di intervento, la detrazione fiscale può essere del 65% o del 50%. In particolare, i lavori che garantiscono l’accesso all’Ecobonus 65% sono:
- acquisto e installazione di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A, contestualmente all’installazione di sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VIII.
- l’installazione di impianti di climatizzazione invernale basati su apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione
- gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione
- sostituzione di vecchi impianti con micro-cogeneratori, purché si ottenga un risparmio di energia primaria almeno del 20%
- sostituzione, integrale o parziale, dell’impianto di climatizzazione invernale esistente, con pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici a bassa entalpia
- sostituzione di impianti per la produzione di acqua calda sanitaria tradizionali, con scaldacqua a pompa di calore
- acquisto e l’installazione di sistemi di domotica per il controllo dell’impianto di riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria o climatizzazione.
- gli interventi strutture opache verticali e orizzontali, purché siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica
- l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda a uso domestico, industriale, per strutture sportive, case di cura e scuole.
L’Ecobonus si ferma, invece, al 50% per:
- acquisto e posa di finestre, infissi e schermature solari, porte esterne e portoncini
- acquisto e installazione di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A, senza contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti
- sostituzione o nuova installazione di impianti di riscaldamento a generatori a biomassa, ad esempio pellet.
L’APE non è richiesto per gli interventi di riqualificazione degli immobili per l’adeguamento sismico.
Richiesta APE e svolgimento lavori: il ruolo del General Contractor
Orientarsi nel mondo delle agevolazioni edilizie e dei Bonus non è facile: individuare un general contractor che possa porsi come unico interlocutore, in grado di supportare chi affronta una ristrutturazione o una riqualificazione, diventa cruciale.
Le Fonti Group opera come General Contractor nell’ambito dei bonus edilizi e della riqualificazione del patrimonio immobiliare, affiancando ai servizi più tradizionali anche una serie di servizi di carattere innovativo che vanno dalla building automation alla cybersecurity e tutela dei dati personali, dal waste management alla gestione di comunità energetiche rinnovabili e alla gestione distribuita di energia.
In questo modo, Le Fonti Group offre soluzioni di valore nella digitalizzazione e nella transizione energetica, aspetti sempre più cruciali per il rinnovamento del patrimonio edilizio.
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